Sulla cima del colle Spaziano, che dall’alto dei suoi 131 metri domina Cesena, sorge l’Abbazia benedettina di Santa Maria al Monte, uno dei complessi religiosi più antichi della città.
Fondata agli inizi del XI nel luogo dove fu sepolto il primo vescovo di Cesena, il vescovo Mauro, morto nel 946, a partire dal 1464 fu protagonista di un profondo rinnovamento architettonico, finanziato nella fase iniziale dai Malatesta, signori di Rimini, che si completò soltanto sul finire del XVI secolo.
Il complesso monastico si articola su due importanti chiostri. Il chiostro piccolo, riservato all’accoglienza dei visitatori, è il più antico del complesso, e presenta un’elegante porticato del Quattrocento, con archi sostenuti da sottili colonne in pietra. Su questo chiostro affaccia il laboratorio di restauro del libro antico, uno dei più importanti al mondo, protagonista del recupero di tantissimi libri della Biblioteca Nazionale di Firenze, rovinati nell’alluvione del 1966. Il Chiostro Grande, iniziato nel Cinquecento, fu molto danneggiato durante l’incendio del 1751, e si presenta meno elegante, col porticato poggiante su possenti pilastri in laterizio. Al centro del chiostro si trova un pozzo rinascimentale, scolpito nel 1581 da Alessandro Corsi di Giovanni, il cui sistema di approvvigionamento d’acqua potrebbe essere stato disegnato da Leonardo da Vinci, durante gli anni del patrocinio malatestiano sull’abbazia.